CONTROLLO DEL TRAFFICO GENERALE MADONUZZA 24.10.2024
Carabinieri di Petralia Sottana: False accuse e sanzioni illegittime Abuso d'ufficio in uniforme: Come due "seri" Carabinieri di Petralia Sottana hanno vessato uno straniero tedesco con leggi inventate e sanzioni illegittime
Controllo del traffico degenera: Carabinieri di Petralia Sottana si inventano regole proprie e sanzionano in modo illegittimo
Un normale fermo stradale dai risvolti inaspettati: Due Carabinieri di Petralia Sottana fermano un conducente straniero e richiedono i documenti del veicolo. Tuttavia, quando il conducente esibisce la patente, i militari insistono su una normativa inventata, affermando che il documento vada “dato” e annotano una possibile decurtazione di tre punti, sulla base di questa normativa fittizia. I filmati dimostrano che il comportamento degli agenti non solo è discutibile, ma anche illegale. Come ha fatto un semplice controllo a trasformarsi in un caso di abuso di potere?
Il 24 ottobre 2024, un automobilista straniero e la sua passeggera sono stati fermati a Madonuzza dal Brigadiere Pasquale Catalano e dal Vice Brigadiere Antonio Cupriolo. Dopo aver esibito i documenti del veicolo, la passeggera ha specificato che questi vanno "fatti vedere" e non "dati". Nonostante ciò, i Carabinieri hanno insistito sulla consegna della patente, assegnando una decurtazione punti, in violazione della normativa vigente.
Esibire o consegnare? Smontata la palese menzogna dei Carabinieri di Petralia Sottana
Il conducente ha risposto: “Solo guardare”.
I Carabinieri gli hanno mentito spudoratamente, affermando che in Italia (“Qui in Italia”) fosse obbligatorio consegnare i documenti /patente di guida ai fini della registrazione (“Siamo in Italia, non siamo in Germania”, “Me la deve dare”). Questa affermazione è del tutto infondata e potrebbe costituire un tentativo di violenza privata.
Secondo il Codice della Strada, l’obbligo del conducente è di "esibire" i documenti su richiesta, ma non di consegnarli.
La legge nero su bianco: cosa richiede davvero il codice della strada in Italia
Questo si evince dal testo preciso del articolo 192, comma 2 del Codice della Strada. Qui si afferma in modo specifico:
"I conducenti dei veicoli sono tenuti ad esibire, a richiesta dei funzionari, ufficiali e agenti indicati nel comma 1, il documento di circolazione e la patente di guida, se prescritti, e ogni altro documento che, ai sensi delle norme in materia di circolazione stradale, devono avere con sé."
Citazione indimenticabile: “Siamo seri” – Quando i “seri” Carabinieri sentono il bisogno di ribadire la loro serietà
Avvertiti che la loro affermazione era falsa e che anche in Italia i documenti devono essere soltanto mostrati/presentati/fatti vedere, i Carabinieri iniziarono a discutere. Da questo costruirono subito un presunto rifiuto ("si rifiuta...") e proprio questa menzogna venne annotata dal Brigadiere Pasquale Catalano e dal Vice Brigadiere Antonio Cupriolo sul verbale.
I due vennero ripresi in modo dimostrativo con una telecamera del cellulare mentre commettevano il reato, ma ciò non sembrava minimamente disturbarli. Il Vice Brigadiere Antonio Cupriolo disse alla telecamera: "Siamo seri". Una citazione indimenticabile!
L’insistenza nel proclamare la propria serietà sembra un meccanismo di difesa per coprire una palese discrepanza interna. In psicologia, questo fenomeno è noto come “dissonanza cognitiva”, uno stato in cui le convinzioni non sono in linea con i comportamenti.
È come se il suo subconscio gli giocasse un brutto scherzo e lo costringesse a pronunciare una pseudo-verità che è in diretto contrasto con il suo comportamento.
In un’interazione normale, si presuppone che la serietà e l’integrità degli agenti di legge siano implicite. Se qualcuno, specialmente un rappresentante dello Stato in uniforme, deve dichiarare esplicitamente di essere “serio”, tutte le campanelle d’allarme suonano. Giustamente.
Un verbale che infanga l’immagine della giustizia
Il “serio” Brigadiere Pasquale Catalano e il “serio” Vice Brigadiere Antonio Cupriolo documentano per iscritto il loro disprezzo per i cittadini, lo Stato di diritto e la legge, affermano falsamente che:
- il conducente si sia rifiutato di esibire la patente, pur sapendo che non è vero;
- il conducente non abbia ottemperato a una presunta obbligazione di consegnare la patente ("dare" o "esibire nelle mani"), ben sapendo che questa obbligazione non esiste.
"Conducente del veicolo sopra indicato rifiutava da esibire, a richiesta degli agenti in servizio di polizia stradale, la patente di guida, nella circostanza lo stesso si rifiutava ad esibire nelle mani dell'organo accertatore il documento richiesto. L'interessato è invitato a presentare entro 30 giorni a un uffico di polizia il documento richiesto. L'ulteriore in osservanza comporterà la sanzione di cui all'articolo 180 CDS."
Ignoranza e scorrettezza: i Carabinieri omettono di spiegare al conducente le accuse e poi sostengono che non ha dichiarato nulla
Inoltre, i due Carabinieri "seri" hanno riportato sul verbale: "Dichiara nulla",
- nonostante sapessero dalla conversazione che il conducente parlava solo qualche parola di italiano e che la passeggera li aveva esplicitamente avvertiti che il conducente non parlava italiano, e
- nonostante non avessero mostrato il verbale al conducente, rendendogli impossibile capire di cosa fosse accusato.
Il Carabininieri erano perfettamente consapevoli che è impossibile spiegare qualcosa se non si sa nemmeno di cosa si tratti e se non si parla italiano.
Ma in questo caso non si trattava affatto di correttezza e giustizia. Alla Prefettura viene così dato l'impressione che il conducente fosse in grado di replicare e che avesse scelto di non farlo perché non aveva nulla da opporre alle affermazioni dei Carabinieri.
Manipolazione linguistica come arma contro gli stranieri: l’assurda costruzione di “esibire nelle mani”
“Esibire nelle mani” è una contraddizione linguistica che sembra uno sforzo disperato di costruire un pretesto per un’infrazione immaginaria.
“Esibire” significa mostrare, rendere visibile, senza necessità di scambio fisico; il termine “nelle mani” (nelle mani) manca di logica e implica un’intenzione di consegna che non è coperta dal significato di “esibire”.
La distorsione linguistica mostra chiaramente i contorti tentativi da parte degli agenti siciliani di costruire una violazione. Questa costruzione linguistica innaturale fa sembrare che si stia manipolando intenzionalmente il termine “esibire” per giustificare una sanzione illecita – un trucco che si può solo definire sfacciato.
Un errore da parte degli agenti può essere escluso, poiché chi ha bisogno di creare un pretesto artificiale sa benissimo che mostrare (esibire) è del tutto sufficiente.
Sanzione illegittima con decurtazione punti: Carabinieri “seri” di Petralia Sottana accusano intenzionalmente il conducente in modo falso
I due "seri" Carabinieri hanno mentito senza scrupoli al conducente, accusandolo falsamente e rilasciandolo alla Prefettura per ulteriori procedimenti, pur sapendo della sua innocenza.
Carabinieri senza identificazione: si smascherano da soli
Se il conducente si fosse rifiutato di esibire la patente, i “seri” Carabinieri avrebbero dovuto chiedergli di identificarsi in altro modo, come tramite carta d’identità, passaporto o almeno fornendo i dati personali. Non lo hanno fatto, sapendo che avevano già visto la patente e quindi verificato che l’uomo fosse colui indicato nei documenti del veicolo.
Fiducia persa: Un caso di abuso di potere e false accuse
A peggiorare la situazione, i Carabinieri si sono rifiutati, anche dopo ripetute richieste, di restituire i documenti al conducente. Al contrario, lo hanno costretto ad aspettare fino a che non avessero completato il loro verbale "serio" (circa 20 minuti) e poi lo hanno obbligato a ritirare personalmente i documenti, invece di restituirglieli semplicemente.
Ed è proprio per questo che non ci si dovrebbe fidare dei Carabinieri e non si dovrebbe consegnare loro nulla!
PERCHÉ NON CI SI PUÒ FIDARE DI LORO!
La mano sull’arma: Come un semplice controllo stradale si è trasformato in una scena minacciosa
La situazione è apparsa particolarmente minacciosa poiché il Vice Brigadiere Antonio Cupriolo teneva la mano appoggiata sull'arma di servizio durante la conversazione – pronto a estrarla in qualsiasi momento. Per i cittadini tedeschi innocenti, un semplice controllo stradale si è trasformato in uno scenario inquietante.
In un controllo stradale innocuo, in cui si richiede solamente di “mostrare” i documenti, la mano sull’arma rappresenta una reazione del tutto sproporzionata. Ai soggetti coinvolti è sembrato che il Vice Brigadiere volesse deliberatamente intimorirli – un comportamento assai problematico per un ufficiale con poteri di autorità.
La mano sull’arma invia il chiaro messaggio che l’agente è sempre pronto a ricorrere anche a mezzi estremi, se lo ritiene opportuno. Per i cittadini – specialmente stranieri – ciò genera la sensazione che i Carabinieri potrebbero cercare un pretesto per fare uso della forza.
Chi non riesce ad accettare che degli stranieri conoscano la legge italiana o ha problemi nel farsi correggere da una donna, e non vede altra soluzione che riaffermare la propria autostima ferita attraverso coercizione, minacce e false accuse, dimostra di non avere la maturità psicologica e il senso di responsabilità necessari per il servizio pubblico, tanto meno per il possesso di armi letali.
Le armi pericolose non dovrebbero finire nelle mani di bambini o di adulti psicologicamente instabili.
Conversazione rivelatrice con il Comandante della Radiomobile della Stazione di Petralia Sottana
Nonostante l'appuntamento alle 12:00: il Comandante Radiomobile non si presenta
Il 28 ottobre 2024, il conducente e la passeggera volevano parlare con il Comandante della Stazione di Petralia Sottana riguardo al verbale assurdo. Sono arrivati intorno alle 11:15, hanno mostrato il verbale al Carabiniere alla porta, d'ora in poi chiamato "il portiere", e hanno detto di voler parlare con il Comandante.
Il portiere ha preso il verbale senza chiedere e lo ha portato nel suo ufficio (probabilmente per fare una foto) e si è rifiutato di restituirlo su richiesta. Ancora lo stesso problema.
Ha telefonato al Comandante. Quando è tornato, ha detto che il Comandante era occupato, ma che avrebbe avuto tempo definitivamente alle 12:00. I automobilisti hanno risposto consapevolmente: Ok, allora abbiamo un appuntamento alle 12:00, e sono andati a fare una passeggiata nel frattempo. Tuttavia, quando sono tornati all'orario stabilito, il Comandante della Radiomobile non si è presentato. I conducenti sospettavano che potesse avere paura di parlare con loro.
Prima la conferma, poi le scuse: i Carabinieri infastidiscono cittadini con inaffidabilità
Alle 12:20, i conducenti si sono infastiditi e hanno chiesto al portiere cosa stesse succedendo, dato che avevano un appuntamento e lui aveva garantito(!) che il Comandante sarebbe stato disponibile definitivamente alle 12:00 (!). Il portiere, a quel punto, è diventato sgarbato e ha detto che non aveva parlato affatto con il Comandante riguardo all'appuntamento. I conducenti si sono sentiti ingannati e presi in giro. Come può il portiere garantire un appuntamento alle 12:00 ai cittadini senza aver prima parlato con il Comandante? I conducenti hanno affermato che un tale comportamento fosse una vergogna – specialmente dopo tutto ciò che era già accaduto. La passeggera lo ha esortato ripetutamente a parlare immediatamente con il Comandante e a fissare un appuntamento affidabile con lui. Ma il portiere ha risposto che non avrebbe accettato ordini da lei. Forse non aveva capito la sua posizione ufficiale? La passeggera ha avuto l'impressione che il portiere stesse per esplodere e che avrebbe voluto strangolarla. I muscoli del suo viso si muovevano in modo incontrollabile. Anche il conducente, che stava accanto a lei, ha avuto la stessa impressione e si è avvicinato al suo fianco. La passeggera quindi espresso chiaramente che aveva paura di lui.
Il Comandante appare intimidito e in punta di piedi: una conversazione attesa da tempo svela l’inquietudine nella stazione dei Carabinieri
Dopo che la conversazione era ormai diventata rumorosa, il Comandante Radiomobile è apparso per forza di cose alle 12:23. Il sospetto che avesse paura e che avrebbe preferito non presentarsi si è confermato già nei primi secondi: il Comandante Radiomobile entra nella stanza con il torso incassato e gli occhi spalancati. Anche nel corso della conversazione successiva, guardava ansiosamente dal basso verso l’alto – non perché fosse più basso. Era molto gentile, rispettoso e calmante, dimostrando così competenza sociale. Completamente a differenza del "portiere".
Il Comandante Radiomobile legge il verbale in presenza dei conducenti. Alla domanda su cosa significhi "esibire nelle mani", risponde: "consegnare".
Passeggera: "Ma esibire è esibire e consegnare è consegnare."
Comandante Radiomobile: "Esibito, c'è nella visione".
Passeggera: "Si, nella visione, ma non significa consegnare. Esibire significa mostrare o presentare, ma non consegnare nelle mani. Esibire nelle mani non esisite. Ok, diciamo questo è vero.... se lui si rifiutava di far vedere il documento, è amesso di non dare una multa?"
Comandante Radiomobile: "No – per questa sanzione funziona cosi. Non è previsto un pagamento di soldi, perchè il verbale viene mandato in Prefettura a Palermo.... e se vale che il verbale è coretto ... emette.. un'ordinanza...
L'intelligenza artificiale considera insolito il comportamento dei Carabinieri
"Suona effettivamente insolito e contraddice la regola comune secondo cui, in caso di infrazione come il rifiuto di mostrare la patente di guida o un documento d’identità, viene immediatamente inflitta una sanzione amministrativa. Normalmente, è corretto che i Carabinieri in tali casi non abbiano scelta e che la sanzione venga direttamente stabilita e pronunciata, inclusa una possibile sanzione pecuniaria (multa).
Ciò che il comandante radiomobile intende probabilmente potrebbe essere il seguente:
Procedura ordinaria tramite la Prefettura: Il comandante potrebbe alludere al Procedimento Amministrativo, in cui determinate infrazioni – specialmente se esiste un ricorso o un’incertezza – vengono inoltrate alla Prefettura. Lì, la Prefettura esamina il caso e emette eventualmente un’“ordinanza” formale. Questo potrebbe accadere se i Carabinieri stessi sono incerti sulla sanzione o sulla procedura esatta.
Ordinanza come decisione definitiva: Se la Prefettura determina che l’infrazione è stata effettivamente registrata correttamente e che una sanzione è appropriata, emette un’“ordinanza-ingiunzione” (ordinanza di ingiunzione), che prevede l’applicazione della sanzione. Questa decisione della Prefettura è quindi definitiva e vincolante.
Possibilità di opporsi alla sanzione: In alcuni casi, se ci sono dubbi sulla sanzione immediata, l’inoltro alla Prefettura potrebbe anche aprire al soggetto interessato una sorta di termine per presentare opposizione, durante il quale può fornire prove o dichiarazioni prima che la Prefettura prenda una decisione finale.
Se i Carabinieri in questo caso non hanno inflitto direttamente la multa e invece è avvenuto l’inoltro alla Prefettura, ciò potrebbe indicare un’incertezza o disaccordo riguardo all’accertamento dell’infrazione."
La risposta dell'intelligenza artificiale è molto rivelatrice. Ma perché in una situazione così semplice dovrebbe esserci all'improvviso una così enorme incertezza, tanto che i Carabinieri non sanno più se e come punire una presunta rifiuto di esibire la patente di guida?
I Carabinieri che sono già sopraffatti da semplici situazioni quotidiane non dovrebbero trovarsi sulla strada e dovrebbero essere allontanati dal servizio.
L’incertezza è in realtà solo ciò che deve sembrare. Se i Brigadieri Pasquale Catalano e Antonio Cupriolo fossero davvero solo insicuri, scriverebbero la verità: il conducente ha solo mostrato la patente, ma non l'ha consegnata. Pensiamo che lui debba non solo mostrare, ma anche consegnare e, poiché siamo così disorientati, lasciamo decidere alla Prefettura chi ha ragione.
Ma poiché sanno perfettamente che il conducente ha adempiuto al suo dovere, devono inventare una menzogna per legittimare il loro verbale.
Sanno anche che il conducente parla solo poche parole di italiano e possono, da un lato, presumere che non sia in grado di difendersi. Dall’altro lato, sanno anche che la testimonianza di due Carabinieri ha sempre più peso di quella di due cittadini normali e non servirebbe a nulla se il falsamente accusato avesse solo un testimone (passagera).
Svolta imbarazzante nella stazione dei Carabinieri: il Comandante rinuncia al controllo della patente – evidente imbarazzo per i colleghi
Il conducente, che si era presentato alla stazione dei Carabinieri di Petralia Sottana con questo verbale e logicamente aveva la patente con sé, alla fine non doveva nemmeno mostrarla. Il Comandante Radiomobile ha completamente rinunciato a vedere la patente di guida. Era evidente che non avesse il minimo dubbio sulla narrazione dei conducenti e che si vergognasse per i suoi colleghi.
Quando lo stato di diritto fallisce – chi protegge i cittadini?
Il problema: non c’è nessuno a cui rivolgersi. Finora non ci sono avvocati né Carabinieri che possano aiutare.
E non c'è nemmeno una procura alla quale ci si possa rivolgere, poiché la procura competente di Termini Imerese ha archiviato tutte le denunce di cui ha informato, nonostante le prove. Il contratto sociale e la protezione fornita dallo stato di diritto sembrano esistere solo sulla carta, almeno a Palermo... In particolare, gli stranieri sono vulnerabili alla violenza da parte degli organi dello stato di diritto.
Nessuno si sognerebbe di affermare che gran parte della giustizia sia una banda di criminali. Nessuno! È tutto molto normale. Continuate pure a prendere le vostre pillole...
L’unica cosa che l’autista tedesco presenterà entro 30 giorni è la pubblicazione di questo articolo. Presentare denunce contro i Carabinieri in Italia sembra completamente inutile, motivo per cui le persone danneggiate decideranno in futuro di rinunciare a tale procedura. Le vittime attenderanno di vedere se dalla Prefettura arriverà qualcosa e, in caso affermativo, limiteranno il ricorso a una comunicazione contenente il link a questo articolo.